Dalle condanne al corteo: dal Kinesis di Tradate solidarietà agli anarchici di Saronno
SARONNO – “È di questi giorni la notizia che il tribunale di Busto Arsizio ha condannato ben 27 persone per i fatti risalenti alla contestazione della “Notte Bianca”, avvenuta nel 2014 a Saronno. Soltanto una decina di giorni fa, un corteo attraversava le strade della stessa città, per denunciare il tentativo di applicare 3 anni di “sorveglianza speciale” ad un compagno attivo da anni nelle lotte. Il 17 febbraio si terranno nuove udienze di altri due processi legati ad occupazioni di case sfitte e iniziative politiche di piazza”.
Inizia così la nota condivisa dal gruppo Kinesis di Tradate e rilanciata da Collettivo Adespota di Saronno.
“Ovunque si moltiplicano i tentativi dello Stato di fermare qualunque movimento si opponga alle intollerabili ingiustizie della vita quotidiana. Dispositivi vecchi e nuovi vengono sperimentati in ogni modo per assicurare ai potenti della terra la conservazione della loro ricchezza e dei loro privilegi.
Questo attacco non riguarda però soltanto i movimenti politici, sociali, ecologisti, contro le devastazioni del territorio. Anche le lotte dei lavoratori contro lo sfruttamento sono colpite duramente da leggi come il “Decreto Salvini”, del quale alcune parti sono ideate proprio per fermare il dilagare di blocchi delle merci effettuati dai lavoratori immigrati della logistica. Non vengono risparmiate neanche le ultime libertà individuali né le scelte riguardo la propria salute o quella dei propri figli.
Persino l’essenza stessa delle qualità di ogni individuo viene distorta e diventa “affare di Stato” con la schedatura obbligatoria dei dati biometrici o il sempre più frequante utilizzo di banche dati del DNA. La repressione viaggia sempre di pari passo con la limitazione delle libertà collettive ed individuali. Tutti ne siamo colpiti così come il singolo condannato, imprigionato, sorvegliato, obbligato.
Perciò nei tribunali come nelle fabbriche, negli uffici, nelle prigioni, nei C.p.r., nelle scuole, nelle famiglie: nessuno libera nessuno, ci si libera insieme. Contro ogni repressione per la comunità umana”.
07022020