Coronavirus: il premier Conte spiega cosa cambia. (Quasi) tutti chiuso, (quasi) tutti a casa
ROMA – Con una diretta su Facebook, e su tutte le reti tv, il premier Giuseppe Conte ha annunciato nella notte di sabato di avere inasprito le misure contro la diffusione del coronavirus. Sono misure che ricalcano quelle prese nella serata di sabato dal governatore della Lombardia, Attilio Fontana, ovvero chiusura di tutte le attività che non sono indispensabili, obbligo per i cittadini di stare in casa senza uscire nemmeno per una corsetta (se non attorno all’abitazione) o comunque nel raggio massimo di 200 metri dall’abitazione. E arrivano anche le pesanti sanzioni per chi trasgredisce, non solo la denuncia ma pure una multa da 5000 euro. “Ho scelto di non nascondere la realtà, è la crisi più difficile del Paese dal secondo dopo guerra. Sempre rimarrà impresso nella nostra memoria – ha detto Conte – La morte di tanti concittadini, che per i valori con cui siamo cresciuti non sono semplici numeri ma persone, storie di famiglie che perdono gli affetti più cari. Le misure sin qui adottate richiedono tempo ma dobbiamo continuare a rispettare tutte le regole con pazienza, responsabilità e fiducia. Sono misure severe, ne sono consapevole, ma non abbiamo alternative. Dobbiamo resistere, solo in questo modo riusciremo a tutelare noi stessi e le persone che amiamo, Nostro sacrifico di restare minimo se paragonato a sacrificio altri concittadini, negli ospedali e nei ruoli cruciali, c’è chi rischia molto di più. Dai medici, agli infermieri, alle forze dell’ordine e forze armate, volontari, commessi supermercato, farmacisti, autotrasportati, lavoratori dei servizi pubblici. I loro atto d’amore nei confronti dell’Italia intera”.
Ha proseguito il premier: “Abbiamo deciso di chiudere nell’intero territorio nazionale ogni attività produttiva che non sia strettamente cruciale a garantirci bene e servizi essenziali. Abbiamo lavorato tutto il pomeriggio con sindacati e associazioni categoria per stilare lista dettagliata, indicando filiere produttive più necessarie per funzionamento stato in questa fase emergenza. Restano aperti tutti supermercati, alimentari e prima necessità, non ci sono restrizioni, tutti devono mantenere massima calma nessuna ragione creare code e corsa acquisti. Resteranno aperte farmacie, parafarmacie, servizi bancari, postali, assicurativi, finanziari. Assicureremo trasporti e attività connesse e accessorie a quelle essenziali”.
Al di fuori delle attività essenziali, “consentito solo lavoro smartworking e solo attività produttive comunque rilevanti per la Nazione. Rallentiamo motore produttivo del paese ma non lo fermiamo, Decisione non acile ma che ci consente di predisporre ad affrontare fase più acuta del contagio, per contenere quanto più possibile diffusione dell’epidemia. Emergenza sanitaria sta tramutandosi in piena emergenza economica, ma lo Stato c’è, il Governo interverrà con misure straordinarie e che ci consentiranno di riparti quanto prima. Ma come ora nostra comunità deve stringersi forte a protezione del bene più importante: la vita. Uniti ce la faremo!” la conclusione del discorso di Conte.
Sono, in sostanza, le misure suggerite dai rappresentanti della Croce rossa cinese che avevano operato nella “zona rossa” di Wuhan, da dove il virus si è diffuso ma che adesso è stato quasi sconfitto. E che si erano sorpresi per le “maglie troppo larghe” decise dall’Italia per fronteggiare l’emergenza ed evitare i contagi.
21032020