Coronavirus, Maria Chiara Gadda: “La politica faccia la sua parte anche nel Varesotto”
TRADATE – E’ stata “una giornata interamente dedicata all’ascolto delle criticità che si stanno riscontrando sui territori a seguito dell’emergenza Coronavirus a cui si aggiunge l’apprensione di tanti cittadini e famiglie”. Così la parlamentare di Italia viva eletta sul territorio, Maria Chiara Gadda, definisce la giornata di ieri.
Credo che tra i tanti doveri dei parlamentari ci sia soprattutto questo, mettersi al servizio. Mentre c’è un Paese che aspetta risposte, sicurezza, protezione, c’è una parte della politica che offre al Paese la parte deteriore di sé: litigi, zuffe, autoreferenzialità. È proprio nei momenti di emergenza che la politica deve mostrare il suo valore più alto e deve essere, come sempre, in mezzo alla gente. Ora più che mai è necessario dare fiducia e ascolto a chi è competente, le indicazioni che ci vengono dal mondo scientifico e sanitario per contenere la diffusione del virus non devono essere sottovalutate per evitare di mettere in ulteriore sofferenza il nostro sistema sanitario e le persone a maggiore rischio.
Ci sono però pesantissime ricadute economiche, anche a Varese, la mia provincia. Nel commercio, nel comparto legato a turismo, attività ricettive e servizi. Anche l’industria, fortemente vocata all’export, sta subendo disagi enormi con la cancellazione di eventi fieristici o la limitazione (non sempre giustificata) alla circolazione dei tecnici, dei collaudatori e dei lavoratori. Alcune prime misure sono già state prese attraverso i primi decreti usciti, ma ora bisogna mettere in campo le energie migliori del Paese e le idee per garantire la liquidità alle imprese, e un grande piano di promozione per ridare attrattività al nostro Paese.
Chiudo con un ultimo pensiero sulle nostre abitudini quotidiane, profondamente messe alla prova in questi giorni. Ci stiamo ritrovando a scoprire l’importanza di alcune professioni che sono ogni giorno in prima linea a tutela della nostra salute e del nostro benessere, e della necessità di non rinunciare alla vita sociale, allo sport (non ci accorgiamo talvolta di quanto sia capillare la presenza di associazioni sportive nei nostri territori, che in queste ore attendevano di sapere come potere organizzare le attività!), alle lezioni in classe con gli amici e gli insegnanti.
Poi finita l’emergenza credo sará utile fare una valutazione complessiva su come fare funzionare in modo più efficiente il nostro sistema, e la circolazione delle informazioni in modo tempestivo e omogeneo sul territorio nazionale.
03032020