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LOMAZZO – La pubblica accusa ha chiesto complessivamente 388 anni di recliusione nei confronti degli imputati finiti nei guai a seguito dell’operazione “Cavalli di razza” contro la n’drangheta in Lombardia e nello specifico con riferito alla tranche dell’inchiesta che ha riguardato il Comasco, ed accusati di estorsioni ed intimidazioni ad imprenditori della zona. Fra le accuse, a vario titolo, anche la bancarotta fraudolenta, la frode fiscale, il riciclaggio, ed il traffico di cocaina.

Gli imputati sono 34, tutti hanno deciso di optare per il rito abbreviato che consente di ottenere uno “sconto” di un terzo della pena. Il pubblico ministero Pasquale Addesso ha chiesto pene che vnano da un minimo di tre anni e tre mesi di reclusione al massimo di vent’anni di carcere (per tre imputato che sono accusati anche di associazione mafiosa).

Il caso locale

In zona ci sarebbero state pressioni nei confronti di un’azienda e di alcuni “padroncini” per fare ottenere commesse per il trasporto di merci ad una impresa riconducibile a due degli imputati.

(foto archivio)

28102022

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