[wp_bannerize group="lungo central" random="1" limit="1"]

SARONNO – «Questa nomina onora e allieta la Chiesa ambrosiana» era stato nel 2016 il commento del saronnesissimo monsignor Erminio De Scalzi, già vescovo ausiliare di Milano e allora Abate di Sant’Ambrogio, che salutava la porpora cardinalizia del fraterno amico monsignor Renato Corti.

Nella scomparsa del cardinale Renato Corti, ai messaggi di cordoglio di papa Francesco e della diocesi di Milano, riportiamo i ricordi che monsignor De Scalzi aveva affidato nel 2016 in un’intervista proprio in vista del concistoro del 2016. Tra il vescovo saronnese e il cardinale Corti c’erano inatti un’intensa amicizia e una profonda stima, nate durante la condivisione della vita quotidiana negli anni ’80 con l’allora arcivescovo di Milano Carlo Maria Martini, di cui De Scalzi era segretario e Corti vicario generale.

Per il saronnese il cardinal Corti è sempre stato “don Renato” e la porpora cardinalizia era stata una sicura sorpresa come lo era stata nel 1980 la nomina a vicario generale. Tuttavia al “nuovo” vescovo Martini tutto il clero diocesano aveva manifestato il proprio parere per la scelta di Corti.
Inoltre “penso su suggerimento del cardinale Pellegrino” diceva De scalzi nel 2016, Martini decise che in arcivescovado si sarebbe formata una piccola comunità ecclesiale tra l’arcivescovo, il vicario generale e i segretari dell’arivescovo, monsignor De Scalzi, per l’appunto, e monsignor Luigi Testore, un altro saronnese.
La piccola comunità condivideva ogni mattina la preghiera, concelebrava l’Eucaristia con il cardinale arcivescovo, pranzava insieme: “Devo ammettere che don Renato arrivava sempre in ritardo, con una pila di fascicoli perché si tratteneva in Curia ricevendo fino a tardi; però cercavamo sempre di mangiare alla stessa tavola”.

De Scalzi aveva anche capito di essere stato lui stesso a recarsi al seminario di Saronno per portare la lettera di nomina a vicario generale.
Nell’intervista ricordava che “monsignor Corti è un uomo di profonda interiorità. La sua spiritualità si nutre della Parola di Dio, ma ci ha fatto cogliere alcune spiritualità dell’oggi come quella di Madeleine Delbrêl o di Charles de Foucauld. Ci ha fatto innamorare di Newman: il motto del suo stemma è Cor ad cor loquitur, lo stesso di Newman, preso dagli scritti di San Francesco di Sales”.

(foto archivio: il vescovo saronnese Erminio De Scalzi celebra nella chiesa prepositurale di Saronno)

13052020

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome