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SARONNO – CISLAGO Riceviamo e pubblichiamo l’intervento della maestra Elisa di Saronno che con i suoi piccoli alunni sta portando avanti l’attività didattica in questi giorni di quarantena.

Sono un’insegnante che lavora nella scuola da 38 anni. Dopo essere stata in alcune scuole di Saronno, 21 anni fa mi sono trasferita alla primaria di Cislago, dove opero tuttora e nella quale rimarrò fino alla pensione.

Una vita, la mia, dedicata ai bambini; una vita piena di grandi soddisfazioni che mi hanno fatto andare avanti sempre con entusiasmo.
In aula passano le emozioni, i sentimenti, le parole: l’insegnante sta in piedi, seduta, cammina, gesticola, alza o abbassa il tono della sua voce per evitare di annoiare gli alunni. Recita le lezioni, le interpreta per catturare la loro attenzione, incrocia i loro sguardi, i loro sorrisi, si emoziona quando si accorge che ciò che ha trasmesso è stato recepito, si emoziona quando un bambino si avvicina per abbracciarla e per dirle: “Maestra, ti dico un segreto!”.

Ecco, ora, tutto ciò mi manca! Mi mancano i bambini, le loro voci e urla che riempiono gli spazi della scuola, le loro corse in cortile. Mi mancano la loro spontaneità, la loro innocenza e fragilità.

Sicuramente torneremo a sentire il suono della campanella, ma adesso in quegli spazi scolastici il silenzio fa da padrone: nelle aule cartelloni appesi, armadi chiusi, lavagne lustre, banchi accatastati in un angolo in attesa di essere riutilizzati. Uno scenario spettrale che mai avremmo immaginato!

Un periodo non facile da trascorrere in cui tutti sentiamo la necessità di condividere i nostri sentimenti e le nostre riflessioni ed è grazie agli strumenti tecnologici che possiamo, in qualche modo, essere vicini agli altri.

Un computer non potrà mai sostituire la presenza di un’insegnante, ma mi rendo conto che in questo momento è l’unico mezzo per essere vicina ai miei bambini di prima elementare. Perciò carico materiale e scrivo i lavori da eseguire sul registro elettronico, ma i video che utilizzo per le spiegazioni sono molto “casalinghi”. Trasformo la mia cucina in un’aula, dove il tavolo diventa cattedra, grandi fogli bianchi appesi alle piastrelle fanno da lavagna e i pennarelli sono gessi colorati. Mio marito si improvvisa “regista” con il cellulare in mano e inizia il conto alla rovescia. Entro in scena e spiego la lezione immaginando quali interventi farebbero i miei piccoli scolari perciò “rispondo alle loro ipotetiche domande”.

Ogni insegnante utilizza modalità diverse per le sue lezioni a seconda dell’età degli scolari; io ho pensato e attuato questa per dire che sono lì con loro, insieme a loro, nelle loro case. Lontani ma vicini.
Maestra Elisa

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