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MILANO – “In attesa del decreto del Governo, in Lombardia, non ci fermiamo perché sappiamo che occorre stimare il danno economico immediato, stilare le priorità degli interventi e mettere in campo tutti quegli strumenti che servono per far fronte all’emergenza economica, sociale ed educativa”. Lo ha dichiarato il vicepresidente di Regione Lombardia e assessore alla Ricerca, università e internazionalizzazione delle imprese, Fabrizio Sala, ex sindaco di Misinto, intervenendo nel tardo pomeriggio di ieri alla consueta conferenza stampa di aggiornamento sull’emergenza Coronavirus a Palazzo Lombardia di Milano.

“A questo proposito – ha aggiunto Sala – abbiamo avuto un’interlocuzione con alcune compagnie di telecomunicazione e contattato aziende che offrono piattaforme di e-learning per portare avanti questo modello e garantire che la didattica non si fermi, anche in quelle scuole che non sono ancora adeguate alla formazione a distanza”. “Nel frattempo, stiamo procedendo, assieme alle associazioni di categoria – ha concluso – ad una ricognizione dei settori più colpiti per verificare l’entità del maggior impatto economico prodotto da questa emergenza. Lavoriamo su questi fronti e in interlocuzione costante con il Governo, il cui provvedimento non arriverà prima di settimana prossima”.

Zona rossa economica allargata a tutta la Lombardia – “In particolare – ha spiegato l’assessore al Bilancio Davide Caparini – restiamo in attesa della definizione, da parte del Governo, di una ‘zona rossa economica’ allargata per tutta la Lombardia”.
Mascherine per chi è impegnato in prima linea. “Cerchiamo inoltre di fronteggiare uno dei disagi connessi a questa emergenza, ossia la difficoltà a reperire i Dispositivi per la Protezione Individuale (Dpi) per tutti coloro che sono impegnati in prima linea e per i medici di base, farmacisti e Protezione civile che ne hanno bisogno. Purtroppo è in atto una vera e propria speculazione a livello internazionale per alcuni dispositivi mentre per quelli tecnologicamente più complessi il sistema produttivo non è in grado di sostenere le richieste. Il numero di mascherine ad oggi necessarie ad alimentare l’ordinarietà, ad esempio – ha continuato Caparini – è drasticamente cambiato: siamo passati da un consumo annuale di 150.00 ad un fabbisogno di 150.000 al giorno. Lo dimostra il fatto che il prezzo è lievitato su tutte le apparecchiature, dalle mascherine (da 0,010 euro a 1,4 euro al pezzo), alle soluzioni idroalcoliche al 70 per cento (da 1,9 euro a 5 euro per mezzo litro)”.

“Regione Lombardia, considerato la difficoltà di reperimento e il crescente bisogno – ha concluso – da subito, per tramite della sua Centrale Acquisti, ha acquistato Dpianche al di fuori del perimetro dei fornitori abituali di approvvagionamento confermando, ad esempio, ordini per 6 milioni di mascherine delle quali 1,5 consegnate e, nella stragrande maggioranza dei casi, utilizzate”.

06032020

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