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SARONNO – Nonostante l’emergenza epidemiologica in atto, lo spaccio di sostanze stupefacenti cambia le modalità ma non si ferma. Proprio nell’ambito dei controlli svolti da tutti i carabinieri nel Comune di Milano ed in tutta la provincia, in particolare i carabinieri della stazione di Garbagnate Milanese hanno approfondito alcuni spunti informativi emersi proprio sottoponendo a controllo per verificare le motivazioni degli spostamenti in quel Comune, in particolare i più giovani, verificando proprio che diversi dei soggetti trovati in possesso di modiche quantità di erba, si rifornissero da un giovane residente a Saronno. I militari, pertanto, nella mattinata di ieri, si sono recati presso il domicilio di un operaio incensurato italiano, nato a Garbagnate, 23 anni e residente in via Monza a Saronno, ove hanno svolto una perquisizione domiciliare d’iniziativa.
Durante le fasi della perquisizione, i militari hanno poi individuato una cantina risultata di pertinenza dell’abitazione e nella disponibilità del giovane, al cui interno, hanno rinvenuto occultati 1.7 chili di marijuana, già suddivisa in 7 buste di plastica, nonché 3 bilancini di precisione, la somma contante di 190 euro e diversi smartphones, traendolo pertanto in arresto.

Proprio durante l’ispezione di uno di questi dispositivi, i carabinieri hanno trovato una conversazione d’interesse investigativo effettuata dal ragazzo mediante il servizio di messaggeria istantanea crittografata “Telegram” con un interlocutore ignoto, nella quale i due commentavano le difficoltà nello smercio della sostanza stupefacente causate dalla notevole riduzione di persone in circolazione a causa delle attuali limitazioni imposte dai provvedimenti ministeriali. Pertanto i carabinieri, una volta riusciti ad identificare l’interlocutore ignoto in un giovane di 24 anni e residente ad Uboldo in via Morandi, incensurato ed impiegato in un’azienda farmaceutica, hanno deciso di recarsi anche nell’abitazione di quest’ultimo per eseguire una seconda perquisizione Una volta giunti presso l’abitazione, all’esterno della quale veniva sorpreso il ragazzo, hanno trovato i genitori ed il fratello del giovane ad impedire e rallentare fortemente l’accesso, chiudendo a chiave la porta d’ingresso e tutte le finestre. Trascorso qualche minuto, i carabinieri sono riusciti finalmente ad avere accesso all’abitazione, sita su più piani ed a dare corso alla perquisizione. Durante le operazioni di ricerca, è stato rinvenuto un considerevole quantitativo di materiale illecito, tra cui 4.6 chili di marijuana, 50 grammi di hashish, materiale vario per il confezionamento delle dosi tra cui 2 bilancini di precisione ed una macchina per il sottovuoto, diversi smartphones e microtelefoni, un quaderno manoscritto riportante conteggi e cifre di denaro, nonché la somma contante di circa 21.000 euro, ritenuta provento dell’attività di spaccio.

Inoltre, durante le fasi della perquisizione i militari, attirati dalla particolare circostanza che i caloriferi fossero incandescenti e che all’interno dell’abitazione facesse molto caldo, veniva dedicata particolare attenzione ad una caldaia, sita in una stanza e collegata all’impianto di riscaldamento che era accesa ed al cui interno c’erano delle notevoli fiamme, tant’è che a seguito di verifica i militari riscontravano che all’interno della stessa, verosimilmente durante le fasi in cui i familiari ne avevano ritardato l’accesso in casa, erano stati gettati 2 bustoni in cellophane, contenenti verosimilmente altri 2 chili circa di marijuana, che veniva parzialmente recuperata dai carabinieri. Tutto il citato materiale illecito veniva pertanto sottoposto a sequestro ed i 3 familiari del ragazzo, il padre pensionato 62enne, la madre 57enne insegnante ed il fratello impiegato 27enne, tutti incensurati, venivano deferiti in stato di libertà per resistenza a pubblico ufficiale e favoreggiamento, mentre il ragazzo veniva tratto in arresto per detenzione di ingente quantitativo di sostanza stupefacente. Al termine delle formalità, i due arrestati sono stati condotti nel carcere di Busto Arsizio, a disposizione dell’autorità giudiziaria.

(foto archivio)

20032020

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