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di EZIO MOTTERLE

Gli imprenditori del Varesotto puntano con decisione allo sviluppo di Malpensa, sempre più convinti che il territorio potrà decollare proprio sulle ali dell’aeroporto. Gli ultimi dati sull’andamento dell’economia locale e il futuro del maxi-scalo della brughiera sono stati al centro del consiglio generale di Univa, l’Unione industriali della provincia, presente anche l’ad di Sea. Sullo sfondo di una situazione che segnala (primi nove mesi 2021) l’aumento dell’export (+22,8%) e la diminuzione di cassa integrazione (-36,1%), riflettori puntati dunque sulle prospettive dell’aerostazione che rappresenta anche il maggior bacino occupazionale. “Malpensa è e resta la principale porta su un mondo che ricomincia a premiare il riposizionamento delle nostre esportazioni sui mercati” ha ricordato il presidente dell’associazione Roberto Grassi. I risultati fortemente condizionati dall’emergenza pandemica sono in miglioramento, sottolineano gli imprenditori varesini, ma per competere sui mercati occorre continuare a investire sull’aeroporto intercontinentale facendone il perno di qualsiasi politica di crescita, convinti appunto che finché Malpensa non spiccherà pienamente il volo il territorio non riuscirà a decollare, e che lavorare per lo sviluppo di Malpensa vuol dire oggi agevolare lo sviluppo sostenibile di tutta l’economia del Varesotto. Le proposte indicate dall’Unione industriali definiscono la prospettiva di rilancio dell’aeroporto e dell’area su cui sorge: sostenere i progetti territoriali per la transizione energetica come quello che punta a realizzare una “Hydrogen valley” legata proprio allo scalo, attivare il collegamento ferroviario tra Terminal 2 e Gallarate e ultimare l’autostrada Pedemontana; approvare il masterplan presentato da Sea; istituire una “zona logistica speciale” (Zls) intorno all’area aeroportuale (in grado di creare regimi di crediti d’imposta per investimenti produttivi, aree franche per operazioni di import-export esenti da regime Iva, procedure più veloci per autorizzazioni ambientali su nuovi insediamenti industriali), collegare infine lo scalo con l’alta velocità ferroviaria. L’appello finale è chiaro: alle generiche ricorrenti parole di sostegno per Malpensa, dopo il varo che risale ormai a 24 anni fa, devono seguire presto i fatti, le decisioni e l’operatività, mentre si lamenta “l’insufficiente attenzione della politica” per le sorti di questo che resta secondo il mondo dell’impresa il principale asset di sviluppo dell’economia. Varesina e non soltanto. 

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