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Finora era oggetto di passaparola tra gli automobilisti lombardi. Adesso lo sa tutta Italia. È infatti finita sotto i riflettori di Striscia la notizia la tratta autostradale che collega la provincia di Varese con quella di Como, lunga poco meno di 22 chilometri.

Inaugurata nel gennaio 2015, la Pedemontana ha abolito i caselli e quindi non utilizza un sistema di pagamento tradizionale per il pedaggio. Gli automobilisti possono pagare in diversi modi: con il Telepass, online e tramite un app. Oppure con un classico bonifico bancario, con il conto che viene inviato a domicilio dopo il rilevamento della targa.

Questo sistema, che viene chiamato “free flow”, funziona quasi sempre. Ma qualche volta non lo fa e allora provoca dei disagi, come quando non rileva il funzionamento del Telepass e l’utente si vede arrivare  a casa l’addebito. Non solo, c’è una maggiorazione di 3,5 euro. Il fenomeno, già noto a chi percorre abitualmente l’autostrada, è stato oggetto di un servizio di Capitan Ventosa, nota figura di Striscia, che ha provato, con l’aiuto delle telecamere, l’esistenza di quel disservizio che chi percorre l’Autostrada conosce da molto tempo. E che finisce col trovarsi nella cassetta della posta quel bollettino. È un’ottima ragione per arrabbiarsi.

Eppure negli altri 6000 km di reti autostradale, che sono controllati da diversi gestori pubblici e privati, il sistema Telepass non ha mai dato problemi di questo tipo. Ora il sistema sta migliorando sempre più e i disguidi colpiscono percentuali sempre minori di guidatori che percorrono la A36. Il gestore della Pedemontana, che per il 68% fa capo alla Milano-Serravalle, ha comunque dichiarato ai microfoni di Striscia che i pagamenti si possono effettuare senza saldare la maggiorazione e che il problema sta venendo risolto nella sua totalità, in modo da garantire a chi percorre quelle corsie di non avere sorprese una volta tornati a casa. Chissà se Capitan Ventosa tornerà a verificare.

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