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SARONNO – “Siamo pronti a consegnare le chiavi dei nostri paesi all’illustrissimo Sig. Prefetto, a cui ciascuno di noi si riferisce territorialmente“. E’ la dura chiosa della missiva inviata dai sindaci del Saronnese e della Bassa Comasca al presidente della Regione Attilio Fontana.

La lettera è stata firmata dai comuni più colpiti dalle due grandinate dal 21 al 24 e dal vento e la pioggia del 30 e 31 luglio ossia dai primi cittadini di Saronno, Caronno Pertusella, Cislago, Origgio, Uboldo, Gerenzano, Turate, Rovello e Rovellasca.

E’ una missiva molto schietta e concreta: i parla dei tanti danni subito dai comuni e dai privati dell’impegno con cui amministrazioni e cittadini stanno reagendo ma anche delle difficoltà e dello smarrimento.

Siamo vivi, ma distrutti dal punto di vista morale e finanziario. Le spese sostenute da ogni cittadino non sono nell’ordine di qualche centinaia di Euro, ma sono di parecchie migliaia di Euro. Questo sconvolge il programma di vita, anche futura, di molte famiglie“.

Si rimarca come la reazione si stata immediata ma di come gli aiuti servano: “Con questo facciamo presente che anche in assenza di ordinanze di inagibilità gli edifici, anche dei privati cittadini, inabitabili lo erano di fatto: potete vivere in una casa senza il tetto? O in una casa dove l’acqua filtri ai piani sottostanti dal solaio o dalle canalizzazioni elettriche? Non fate diventare “soluzione” il fatto che siamo in una terra in cui ci si aiuta e ci si rimbocca le maniche per ovviare anche alle più gravi situazioni; si attiva la rete di amici e parenti e ci si sistema in casa di chi è stato meno colpito oppure abita ai piani più bassi dell’edificio“.

I toni sono forti e i sindaci se ne scusano ma sono anche perentori: “Non potete permetterVi, scusate il tono, di non riconoscere un ristoro a chi, avendone diritto, si è dato da fare; non siamo stati immobili e seduti in attesa di un possibile intervento dello Stato. Trovate per cortesia il modo di venire incontro ai cittadini che hanno avuto danni alle loro abitazioni, date pure dei criteri oggettivi, ma che il criterio iniziale NON sia il fatto di avere avuto l’ordinanza di inagibilità, o che il comune nel quale risiede non superi un certo numero di abitanti sarebbe una vera presa in giro istituzionale”.

La chiosa è altrettanto dura con i sindaci pronti ad un gesto eclatante: “Siamo pronti a consegnare le chiavi dei nostri paesi all’illustrissimo Sig. Prefetto, a cui ciascuno di noi si riferisce territorialmente.

QUI IL TESTO INTEGRALE DELLA MISSIVA


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