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LOMAZZO – Nei giorni scorsi i carabinieri della compagnia di Seregno hanno arrestato per i reati di lesioni personali aggravate e atti persecutori un 49enne operaio, pregiudicato residente a Barlassina. La misura cautelare è stata richiesta dalla stazione carabinieri di Lomazzo, è stata emessa in relazione alla violazione del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla ex moglie 46enne, avvenuta la sera del 23 marzo 2022 nel comasco.

Le indagini, coordinate dalla procura di Como, hanno permesso di applicare la misura cautelare nei confronti del 49enne il quale, dallo scorso anno, avrebbe reiteratamente posto in essere condotte persecutorie introducendosi di nascosto all’interno dell’abitazione della donna, facendosi trovare nei luoghi dalla stessa frequentati, minacciando e molestando e, in alcuni casi aggredendo violentemente la donna. La 46enne si trovava a vivere in un grave stato d’ansia e paura tanto che la donna temeva per la propria incolumità e quella dei suoi prossimi congiunti.

La vicenda trae origini da una prima richiesta di aiuto della donna, avvenuta il primo marzo 2021, in seguito al primo accesso furtivo dell’ex compagno. L’uomo era introdotto all’interno dell’abitazione scavalcando il cancello esterno. Questi episodi, suffragati da più ripetuti e successivi interventi dei carabinieri, sono poi divenuti una vera e propria abitudine accompagnati anche pedinamenti sul luogo di lavoro della donna o durante i suoi spostamenti in compagnia del loro figlio minorenne.

L’uomo avrebbe continuato a perseguitare la donna anche attraverso un’escalation di messaggi oltraggiosi e di natura sessuale inviati mediante l’applicazione whatsapp con forti conseguenze sulla vita della donna che aveva cambiato le sue abitudini di vita: non rimaneva mai da sola a casa, non frequentava locali pubblici e non si sentiva libera di rincasare in tarda serata.

Dai racconti della donna, l’indole aggressiva dell’uomo, si sarebbe manifestata sin dal lontano 1998, quando sotto l’influenza dell’alcol, l’avrebbe sottoposta a continui maltrattamenti, costringendola a subire un regime di vita domestica segnato da violenze fisiche con pugni e calci e angherie psicologiche fatte di insulti e vessazioni, controllando sempre i suoi spostamenti e impedendole di frequentare le proprie amiche e vietandole di utilizzare il telefono cellulare.

Su tali condotte improntate alla completa sottomissione della donna, lo scorso 9 febbraio, il tribunale di Como si era già espresso attraverso l’emissione di un’ordinanza di applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari – poi sostituiti con il divieto di avvicinamento – confinando l’uomo nel proprio comune di residenza e vietando allo stesso di comunicare in qualsiasi modo con la ex moglie anche al fine di tutelare la tenera età del figlio ad oggi 17enne. Nonostante i divieti, nello scorso mese di marzo, lo stesso si sarebbe nuovamente avvicinato all’abitazione della donna, episodi sui quali l’Arma ha svolto ulteriori accertamenti che hanno quindi portato all’aggravamento della misura cautelare con la nuova sottoposizione dell’indagato agli arresti domiciliari.


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