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SARONNO – Riceviamo e pubblichiamo la nota dei Democratici per Turate che speiga il proprio no al Codice Etico portato in consiglio comunale

Nella seduta del Consiglio comunale di sabato 6 novembre si è anche discusso del Codice Etico per gli amministratori locali, che la maggioranza ha redatto senza il coinvolgimento delle minoranze, coinvolgimento che avrebbe costituito un momento di utile e costruttivo confronto, anche al fine di addivenire ad un testo condiviso.

Ci saremmo aspettati un documento che disciplinasse, in particolare, le situazioni concrete di potenziale conflitto di interesse, quali quelle derivanti dalle relazioni di lavoro, affari, parentela ed associative che, soprattutto in un paese, possono condizionare le scelte amministrative e le politiche pubbliche. Oppure, come per altri codici etici approvati da centinaia di Comuni su testi solidamente scritti da esperti di diritto e di amministrazione pubblica, ci saremmo attesi una serie di norme di comportamento per assicurare la massima trasparenza dell’azione amministrativa e per evitare che la politica diventi strumento di discriminazione o vantaggio personale.

Invece, il documento presentato in consiglio comunale non contiene niente di tutto questo, ma solo ridondanti e generici richiami a principi già contenuti nell’ordinamento giuridico, qualche esercizio di retorica populista ed alcuni enunciati ideologici, peraltro piuttosto discutibili oltre a qualche passaggio mal scritto (ci si riferisce, in particolare, alle definizioni “essere all’altezza” e “norme di buon costume” contenute nell’articolo “Rapporti con i mezzi di comunicazione”, che paiono singolari nonché improvvisati metri di misura).

Come Democratici per Turate abbiamo, perciò, convintamente votato contro la sua approvazione, in quanto crediamo che l’etica pubblica sia un argomento serio che necessiti di strumenti di autoregolazione altrettanto seri.

Diversi Comuni, nel redigere il proprio Codice etico, si sono ispirati alla cd. “Carta di Pisa” dell’Associazione “Avviso Pubblico – Enti locali e Regioni per la formazione civile contro le mafie”, che disciplina, fra le altre cose, anche i conflitti di interessi dovuti a “sussistenza di rapporti di coniugio, parentela o affinità entro il quarto grado”. A tale proposito, nonostante nel Codice etico approvato dal consiglio comunale turatese manchi una esplicita norma come questa, ci auspichiamo che non si ripeta quanto accaduto nella scorsa consiliatura, quando l’attuale Amministrazione comunale inopportunamente nominò il marito di una consigliera comunale di maggioranza al vertice della farmacia comunale.

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