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SARONNO – Riceviamo e pubblichiamo le riflessioni della presidente de La Rivincita, Carmela Federico, su Dante Alighieri, in occasione del Dantedì.

“25 marzo: inizio del viaggio ultraterreno della “Divina Commedia”, di questo lungo cammino del Sommo Poeta, tortuoso ma salvifico.
Voglio citare questo verso e coglierne appieno l’essenza: “E quindi uscimmo a riveder le stelle”.
Ecco i celebri e i più noti versi dell’intera “Commedia dantesca”. E’ il verso 139 del canto XXXIV dell’Inferno ed è quello che conclude la predetta cantica.
Dopo essersi inabissato nella fossa delle Marianne della nostra umanità ed aver raccontato le turpitudini più inumane, Dante si lascia alle spalle la profonda notte infernale e si prepara a
scalare la montagna della speranza e della redenzione.
E’ importante studiare Dante perché ci aiuta a capire il mondo in cui viviamo, così come studiare tutto il passato, che ci indica le chiavi per comprendere l’oggi.
Dante, in maniera “assoluta”, è riuscito a rappresentare la vita sul piano “universale”, rapportandola a qualsiasi tempo e ad ogni uomo. E’ un poeta, un autore in cui ci si puà identificare ed esser descritti in tutte le proprie sfumature e di qui la sua attualità, e l’importanza di continuare a leggere e studiare in particolare, in
questa difficile epoca laddove si avverte, la necessità del ripristinare il “senso dell’umanità unita”.
Ed invero, l’idea prioritaria e forte di Dante era quella di “rinnovare l’umanità dell’uomo” che prescindeva dalle particolari istituzioni locali ed era tesa essenzialmente, alla realizzazione di un ideale di giustizia e pace universale dove ogni singolo, poteva trovare la sua piena realizzazione.
Dante è oggi, il simbolo della cultura italiana e la potenza di sintesi della “Commedia”, è ampiamente capace di esprimere valori, situazioni, sentimenti in cui qualunque lettore, può
riconoscersi, in qualsiasi epoca.
Per raccontare il nostro Dante, ritengo sia auspicabile focalizzare l’attenzione sui personaggi più noti della “Commedia” le cui storie, sentimenti e esperienze, riescono a parlare a tutti; come per esempio l’amore “sbagliato” e disperato di Paolo e Francesca, l’odio di padre straziato di Ugolino, il desiderio irresistibile di conoscenza che perde Ulisse. Così la storia di ciascuno di noi, può rispecchiarsi nelle pagine di Dante.

Ma allora, qual è il significato del verso “e quindi uscimmo a riveder le stelle”?
Bene, nei momenti difficili connotati dallo sconforto, noi tutti ricordiamo ed accarezziamo questo verso come se fosse un amuleto, confidando e sperando di superare tutte le difficoltà
esistenziali che ostacolano qualsiasi cammino.
Ciò capitò proprio al nostro Dante, quando all’inizio dell’Inferno – tre fiere gli sbarrarono la strada facendolo arretrare. Sempre più lontano da quel colle luminoso e alto che rappresentava la liberazione dal male.

Il suo percorso della “Commedia”, altro non è che un procedere dall’oscurità alla luce, da una selva oscura infernale verso la celestiale visione del Paradiso. Vero, è un itinerario faticoso, e
descritto con celeberrimi endecasillabi da cui si coglie un messaggio universale ovvero, “dopo ogni asperità, torna la luce e torneremo a riassaporare il cielo stellato”.
Gradatamente, passo dopo passo, tra momenti di sconforto, lacrime e preghiere, si riaccenderà la vita e la notte oscura terminerà.

(in foto: Carmela Federico, presidente de La Rivincita)

25032021

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