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GERENZANO – Ripubblichiamo (perchè uscito con qualche problema tecnico) la nota di Claudia Gaetani (Idee in comune), ci scusiamo del ritardo con l’interessata e con i lettori.

Articoli 32 e 34 della Costituzione italiana, diritto alla salute e diritto allo studio.
Questi sono diritti costituzionalmente garantiti e non “capricci” dei gerenzanesi.
Ultimamente si sono venute a manifestare non poche situazioni a dir poco spiacevoli e incresciose per numerose famiglie della città di Gerenzano, sia dal punto di vista della violazione del diritto alla salute che per quanto riguarda il diritto allo studio.

Un discreto numero di genitori di studenti e studentesse delle scuole elementari Papa Giovanni XXIII ha richiesto un incontro con le istituzioni territoriali per avere chiarimenti su una serie di problematiche all’interno della scuola stessa.
Innanzitutto, all’interno della comunità scolastica vi sono un certo numero di bambini e bambine che per serie e comprovate difficoltà di salute (immunodepressione, soggetti fragili) sono impossibilitati dal poter frequentare serenamente la scuola. La richiesta dei genitori è stata quella di poter attivare una Didattica a Distanza (DAD) per questi studenti ma la risposta (inadeguata e impertinente) da parte dei referenti istituzionali interpellati (Sindaco e Direttore scolastico) è stata che non è possibile farla. Si dovrebbe inoltre migliorare e adeguare l’impianto di fibra ottica che non è possibile farlo ora per le seguenti motivazioni: una questione di costi troppo gravosi da sopportare ed una tempistica estremamente lunga (si parla di 120 e 150 giorni) per l’istallazione/adeguamento dell’impiantistica. Ne consegue, di fatto l’obbligo per i predetti soggetti fragili a frequentare forzatamente la scuola perché la fibra ottica risulterebbe insufficiente a sostenere tutte le connessioni.
A tutto questo disagio, si aggiunge l’obbligatorietà di frequentare la mensa scolastica. I bambini accedono alla mensa suddivisi in due gruppi da 150 a turno seppur vengano rispettati i distanziamenti imposti dal decreto ministeriale e dalle ATS, ma non è possibile rendere facoltativa la scelta della mensa. Quindi le famiglie sono, di fatto, costrette a frequentare la mensa e non possono ritirare il proprio figlio prima dell’orario di uscita, per permettere di consumare la pausa pranzo presso le proprie abitazioni ed evitare così, tra l’altro, il diffondersi del virus.
Conseguentemente oltre ad esporre i bambini, fragili e non, ad un alto rischio di contagio durante la pausa pranzo, in quanto in mensa non utilizzando le mascherine sì accentuano le possibilità di propagare la diffusione del virus stesso, non si va neanche economicamente incontro alle famiglie che potrebbero evitare il costo del buono mensa. Per inciso corre l’obbligo puntualizzare che in questo periodo di profonda ed enorme crisi economica e sociale anche l’esborso mensile di una somma importante per il costo dei pasti può influire negativamente sull’economia familiare.

La scuola dovrebbe essere igienizzata in ogni suo ambiente: aule, bagni, pavimenti, mensa, anche con l’utilizzo di macchinari appropriati per l’igienizzazione stessa. Paventare di essere in possesso di un macchinario che possa igienizzare gli ambienti scolastici e non utilizzarlo comporta l’accollo di gravose responsabilità. Una menzione a parte andrebbe poi fatta sul capitolo pulizia bagni che sembrerebbe essere molto carente.

Inoltre con specifico richiamo alla sicurezza sul lavoro, il D. Lgs. 81/08 tutela la sicurezza dei lavoratori (e dei nostri studenti) e nei giorni scorsi è stata purtroppo nuovamente segnalata la precaria condizione in cui versa parte del soffitto della struttura scolastica, situazione ormai nota da 3/4 anni, e ancora ad oggi non sono stati presi dei provvedimenti per la sua definitiva messa in sicurezza con il rifacimento. Si è intervenuti solo tamponando con dei lavori di manutenzione ma non viene dato il giusto rilievo e la giusta priorità a dei lavori che, pare, sarebbero dovuti iniziare alla fine dell’anno ma che inizieranno probabilmente in primavera.

Altra fonte di pericolo è l’insidia rappresentata dal battente d’arresto del cancello secondario di ingresso/uscita degli alunni che non prevedendo un’adeguata segnalazione di pericolo mette a rischio seriamente gli insegnanti e i piccoli alunni.

L’intera Città di Gerenzano ha bisogno di sentirsi adeguatamente tutelata e protetta anziché temere e rischiare di contagiare i propri figli e figlie e di conseguenza le famiglie della nostra comunità.

Claudia Gaetani
IDEE IN COMUNE

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