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ORIGGIO – Ieri è stata una giornata di lutto cittadino per Origgio per la celebrazione dei funerali di don Cesare Catella, storico parroco scomparso all’età di 101 anni. Durante la cerimonia il sindaco Evasio Regnicoli a rivolto al religioso il ringraziamento della comunità: “Don Cesare ha incarnato le caratteristiche principali dell’origgese: la tenacia e la perseveranza. A lui un “grazie di tutto” da parte degli origgesi».

Nel corso della funzione è stato letto da don Riccardo Pontani il testamento spirituale del religioso scritto nel 2001.

Ecco il testo integrale

“Chiedo di non parlare di me al mio funerale, se è possibile, si leggano queste righe. Ringrazio il Signore e la vergine addolorata nella devozione in cui sono stato cresciuto nella mia chiesa di Clivio. Di avermi preso come sono, non certo per merito, per farmi prete. Sono stato a Renalco un mese dopo la fine della seconda guerra mondiale, il 26 maggio 1945, quando le famiglie, anche la mia, si erano profondamente allontanate dal paese per formare la zona neutra di confine. Potevano far ritorno finalmente alle loro case e anche la chiesa si aprì per la mia prima messa. Lo stesso giorno ricevetti la destinazione per la parrocchia di Origgio. Non mi diceva nulla, ma poi mi prese tutto. Il 5 dicembre 1960 moriva don Ernesto Castiglioni, col quale collaborai per 16 anni. Anni di impegno cordiale. Mi preparai per una nuova destinazione e invece il 13 febbraio 1961 ricevetti la nomina di parroco ad Origgio e vi restai per 37 anni. Ho amato il paese e la mia comunità e ho amato con ambizione, con disinteresse, con generosità, cercando sempre il meglio, per cui talvolta non fui compreso. Chiedo perdono di ogni sgarbo a chi avessi offeso. Il 1 settembre 1998 consegnai il mandato e iniziai gli anni dell’anzianità, anni di silenzio e di sofferenza e di assistenza a Casa San Giorgio. Adesso sento il traguardo vicino, chiedo di accompagnarmi con tanta preghiera, dovendo rispondere di molte grazie ricevute. Desidero che la mia morte sia l’ultimo sacrificio per la mia amata Origgio. Sacrificio che unisco a quello di Gesù, che ho rinnovato su questo altare tante volte. Ringrazio chi mi ha assistito, chi mi è stato di conforto, chi ha collaborato con entusiasmo e saggezza. Alcuni mi aspettano al traguardo nell’aldilà, benedico i preti che ho accompagnato all’altare, i giovani e i ragazzi ai quali ho sempre voluto bene, gli anziani, le varie associazioni. Non posso dimenticare il paese nativo, il mio Clivio, chiedo a tutti di ricordarmi nella preghiera come io ho fatto con i miei predecessori. Addio. Vostro don Cesare. Desidero essere sepolto nella tomba dei parroci”.

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