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SARONNO – È lo “sfogo di un appassionato genitore” quello di Ercole Galli, ex assessore allo Sport, che, nei giorni scorsi, ha scritto e pubblicato sul suo profilo Facebook la testimonianza della difficile situazione degli atleti di sport minori.

La storia che Ercole Galli racconta è quella di suo figlio, Gabriele Galli, campione uboldese di pattinaggio, sia di velocità sia su ghiaccio. Gabriele Galli ha conquistato il podio italiano per cinque anni, in categoria junior e assoluta; un talento che gli ha permesso di salire podio generale anche della coppa del Mondo, under 23, oltre che conquistare il terzo posto da rotellista ai campionati del Mondo.

Tuttavia, la situazione economica non gli permette di trasformare la sua passione in un lavoro di cui vivere; una falla del sistema di cui sono vittima gli atleti degli sport minori.

“Per arrivare a questi risultati si è sempre allenato praticamente da solo – racconta Ercole Galli – sia in Italia a Baselghe, sia in Olanda, che in Germania, per 2 allenamenti al giorno, aiutato da alcuni amici sponsor, dai suoi zii, Ersilia, Dario e Vito, e dalla sua eccezionale società sportiva la Cardano Skating con in testa il suo presidente Andrea e il suo coach Mao. L’impegno economico ovviamente è stato notevole. Gabriele non ha mai avuto uno stipendio, ha usufruito di pochissimi periodi con la nazionale, quindi risultando solo in questo caso spesato, ha sempre fatto tantissimi sacrifici “elemosinando” qualche soldo da chi ha voluto aiutarlo e “elemosinando” qualche periodo d’allenamento con la nazionale Polacca e Tedesca, che ringrazio moltissimo. Dopo il grande Mao che l’ha cresciuto in modo eccezionale ha incontrato un bravissimo allenatore, Michele, che ha valorizzato ancor di più il suo suo strordinario talento”.

“Però – sottolinea il padre dell’atleta – a 3 anni dalle Olimpiadi invernali Italiane, con la pista delle gare di velocità a 12 km da casa, Gabriele sta decidendo se smettere di allenarsi non intravvedendo una possibilità di sostentamento, anche vista la impossibilità di entrare nei ranghi della nazionale e quindi in un gruppo sportivo militare. Ma è mai possibile che nel mondo dello sport esistano queste situazioni?”

“Sappiamo di atleti che praticando uno sport molto popolare in Italia, allenandosi 2 o 3 volte alla settimana più la partita percepiscono stipendi pari ad un operaio, quindi circa 1000/1500€, giocando in campionati che equivalgono ad un livello provinciale! Non è colpa loro certamente, anzi sono ragazzi eccezionali, ma forse c’è qualcosa che non va nel mondo dello sport. Oggi Gabriele, per guadagnare qualche euro, aiuta la sua bellissima ragazza Francesca nell’allenare i ragazzi della società ‘Aquile di Spilinbergo’, sodalizio nato dalla passione di un bellissimo gruppo di genitori.”

Il quesito che lascia al pubblico, nella speranza che la situazione raggiunga i vertici di chi possa cambiare le cose è: “È mai possibile che negli sport minori atleti talentuosi debbano smettere per queste difficoltà economiche?”.

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