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SARONNO – Cinghiali, no di Silighini all’assessore regionale leghista Fabio Rolfi ed al suo piano per ridurre la presenza di questi animali, con un incremento della caccia.

Provo i brividi nel vedere con che freddezza Fabio Riolfi, assessore regionale bresciano della Lega Nord, parla di massacrare i cinghiali come unica via per risolvere il problema che hanno alcuni campi della zona alpina e prealpina a dir suo “devastati” da questi animali che nel loro habitat naturale si andrebbero a sfamare. Innanzi tutto si identifichi il motivo per il quale sono aumentati i cinghiali e la risposta si trova nell’abbandono proprio di quella agricoltura della quale parla il leghista, che ha portato all’aumento della boscaglia e all’espansione di foreste. Molte specie sono state ripopolate proprio per dare libero spazio a chi si diverte ad ammazzare gli animali con la caccia, infatti la riproduzione per scopo venatorio è il motivo principale per il quale oggi il numero di animali è aumentato. 

Negli anni scorsi  sono state introdotte razze di cinghiali di grande taglia, provenienti da allevamenti e perfino resi ibridi con maiali di origine slava che hanno completamente sostituito la specie italiana per la loro prolificità. A questo problema si somma la cattiva abitudine di alcuni cacciatori di alimentare artificialmente i cinghiali in inverno, che sommata a stagioni poco fredde ha portato ad un aumento del cibo a disposizione dei cinghiali e di conseguenza all’aumento della popolazione. Una legge seria e non fatta per dar libero sfogo alle assassine gesta dei cacciatori, deve portare la necessaria parola fine a ogni pratica legale o meno di ripopolamento e foraggiamento dei poveri cinghiali che non sono oggetti ma esseri viventi creati da Dio e come tali vanno amati e rispettati e non massacrati per gioco. Gli uomini delle caverne si nutrivano, quelli di oggi ammazzano per piacere! Vergogna!

Poi c’è il problema delle vendite illegali delle carni, che può raggiungere un giro di affari di milioni di euro ogni anno, grazie alla disponibilità di alcuni ristoratori e alla scarsità dei controlli sanitari e fiscali. È quindi evidente che il mondo venatorio non abbia alcun interesse a ridurre la presenza di cinghiali sul territorio nel modo corretto e umano, perché ne trae divertimento e utilità. Anzi, la stessa caccia esercitata in modalità non selettiva può far addirittura aumentare le popolazioni di cinghiali, rimuovendo i capi branco, gli adulti, con la conseguente riproduzione anticipata dei cinghiali più giovani, che in presenza degli adulti “controllori” non si riprodurrebbero. Conosce la vita e le abitudini dei cinghiali l’assessore leghista? Da ciò che scrive no! Solo con queste modalità di gestione si riducono la possibilità di accesso della fauna alle coltivazioni e il leghista ascolti piuttosto la proposta del Wwf quando parla di recinzioni elettrificate a basso voltaggio da installare nei periodi di maggiore vulnerabilità delle colture, soprattutto dopo la semina, con la comparsa dei germogli o dei frutti maturi. L’assessore leghista saprà bene che sono strumenti previsti dalla legge come obbligatori e prioritari, raccomandati perfino dall’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale ma purtroppo largamente ignorati.

Per la difesa di appezzamenti inferiori all’ettaro sono sufficienti poche ore di lavoro e poche centinaia di euro per realizzare recinzioni elettrificate a prova di cinghiale nei periodi più delicati. Azioni realizzabili grazie ai relativi fondi messi a disposizione dai  Piani di sviluppo rurale cofinanziati dall’Unione europea, finora anche questi scarsamente utilizzati. La caccia non è uno sport, uccidere non può mai essere considerato un divertimento e se intesa e usata come tale, va proibita.  

Luciano Silighini Garagnani

presidente “Comitato difesa animali e ambiente” Saronno

03082020

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