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TRADATE – 48 anni, sano come un pesce… sino al coronavirus: Vincenzo Lombardo, tradatese, ha voluto condividere su Facebook la sua esperienza prima di malattia e poi, per fortunam di giarigione.

Adesso che tutto è finito la mia vita vale molto di più.

Non scrivo mai della mia vita privata, ma spero che questa esperienza possa servire a comprendere cos’è veramente il coronavirus. Ho avuto i primi sintomi di febbre il giorno dopo il mio compleanno, 12 marzo, febbre, stanchezza e tosse, dopo qualche giorno mia moglie chiama la guardia medica e medico di base, nessuna visita solo consigli per telefono, nessuna necessità di fare il tampone, dopo 6 giorni di peggioramento mia moglie chiama 112, mi portano via in ambulanza al pronto soccorso di Tradate, visita tampone ossigeno. Il giorno dopo mi dicono che sono positivo, gelo, paura sofferenza, intanto le mie condizioni peggiorano, due giorni posteggiato in un locale su una barella vicino la porta del bagno con altre 6 persone. Finalmente arriva la notizia che si è liberato un letto a Varese, le condizioni peggiorano, terapia su terapia ossigeno, poi le parole del medico che mi trafiggono, “dobbiamo fare qualcosa di più forte altrimenti perdiamo il cavallo”, da lì punture e casco cpap, una sofferenza anticamera della terapia intensiva, pochi giorni dopo sentirsi dire che non va tanto bene, altra mazzata, ma niente penso a mia moglie e ai miei figli. Raccolgo tutte le mie forze e cerco di scacciare via tutto, finalmente il giorno dopo miglioro, così il giorno dopo e anche quello successivo, una speranza lontana si presenta e la stringo così forte che non la mollerò più per niente al mondo.

48 anni sano, nessuna patologia,spero che la mia testimonianza serva a farci riflettere e a volerci bene nel prossimo futuro. Adesso che tutto è finito la mia vita vale molto di più. Ringrazio tutti i nostri eroi degli ospedali.

09042020

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