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CISLAGO – Riceviamo e pubblichiamo l’intervento integrale del consigliere Gianluigi Cartabia durante il consiglio comunale di mercoledì 28 novembre, circa il terzo punto dell’ordine del giorno, circa i rischi idraulici.

Ci accingiamo a votare un documento che riteniamo positivo, in quanto lo sviluppo urbanistico che Cislago ha avuto dopo gli anni 80 non ha tenuto in considerazione che l’aumento delle superfici non drenanti avrebbe causato problemi in concomitanza di forti eventi meteorologici, facendo confluire grandi quantità di acque meteoriche nelle vecchie fognature esistenti certo non dimensionate per tale situazione. Ben venga una relazione che affronti il problema in modo puntuale e che fornisca dati per farci riflettere su come intervenire. Con l’approvazione della relazione, si va ad approvare in toto gli interventi risolutivi così come vengono proposti? Perché come avevamo segnalato nella riunione noi abbiamo diverse perplessità sulle modalità di intervento.

  • Gli interventi di risoluzione del problema prevedono interventi alla rete fognante in diversi tratti, ampliando il diametro delle attuali e modificandone le pendenze, e su questo punto ci troviamo d’accordo. Abbiamo delle perplessità sull’utilizzare esclusivamente vasche di laminazione interrate; abbiamo proposto invece di utilizzare un sistema misto di raccolta e dispersione delle acque meteoriche, formato da pozzi perdenti abbinati a vasche di laminazione di minor dimensione. Questo anche nel rispetto delle attuali norme che oggi impongono al cittadino che realizza opere di urbanizzazione (nuove residenze) lo smaltimento delle acque piovane tramite pozzi perdenti o raccolte in vasche per essere riutilizzate per favorire il ripristino della falda acquifera e ridurre il consumo di acqua potabile nobile. Allora perché prevedere per gli interventi di mitigazione prevalentemente l’utilizzo di vasche di laminazione quando una volta raccolte le acque, esse dovranno essere rimandate nella rete fognante tramite pompe, quindi niente di queste acque andranno in falda? Inoltre sappiamo che durante i forti nubifragi con l’acqua piovana vengono trasportati molti detriti; quali saranno i costi per la pulizia delle vasche? Qualche dubbio poi sulle dimensioni: perché la vasca di laminazione della zona nord Via Vittorio Veneto è di soli mc. 2600 mentre quella di via Magenta è di mc. 6200 e addirittura quella di via Giovanni 23 mc. 10.55?
  • L’intervento di confinamento delle acque provenienti dalla zona nord di via V. Veneto creando un rilevato con materiali inerti e terreno di cultura ci sembra sia non risolutivo , primo perché di difficile mantenimento ma poi comunque le acque seguendo il deflusso naturale andrebbero a scaricare sulle strade di arroccamento ( via Magellano Marco Polo ) riportando le acque su via Veneto e poi verso il sottopasso ferroviario, quindi perché una vasca di dimensioni così ridotte rispetto alle altre basterà?
  • Potenziamento dell’impianto di pompaggio del sottopasso ferroviario, anche in questo caso abbiamo dei dubbi: perché l’acqua aspirata viene immessa nella rete fognante che in quel momento sarà già in pressione? Ricordo di aver segnalato più volte che andrebbe verificato lo stato delle fognature in corrispondenza del sottopasso perché le radici dei pioppi vicini possono ostruirla.
  • Vasca di laminazione da posizionare nel parco di Via Magenta. Anche in questo caso: perché non utilizzare un sistema misto di pozzi perdenti da posizionare nel parcheggio, in parte pubblico, esistente in corrispondenza dell’incrocio tra via Magenta e via Piazza e,  pertanto, ridurre le dimensione della vasca da realizzare nel parco pubblico? Sappiamo poi che la gestione sia della rete idrica che fognante è in capo alla società Alfa; è stata coinvolta chiedendole un suo parere tecnico?

Sarà poi intenzione dell’amministrazione coinvolgere la società Alfa nella realizzazione delle opere di mitigazione idraulica, in particolar modo per quelle opere che riguarderanno il rifacimento di tratti di fognatura. Ricordo che da anni noi versiamo quote per decine di miglia di euro alla provincia, fondi utilizzati soprattutto nella zona nord della provincia, perché vi erano evidenti problemi segnalati dalla comunità europea che ci avrebbero imposto pesanti sanzioni se non venivano realizzate in breve tempo opere che evitassero l’inquinamento dei laghi. Ora che anche noi abbiamo bisogno di fondi, sarà il caso di farci sentire sperando che qualche cosa ci venga riconosciuta.

Per ultimo, ma forse la cosa fondamentale della relazione, che è costata 16.000 euro più Iva come da determina n°104 del 10/06/2022, manca un piano economico che possa farci valutare quali siano costi/benefici, quanto ci costeranno tutte queste opere 2/ 3 o più milioni di euro? E quindi come intende questa amministrazione reperire i fondi affrontare tale problema? Anche perché senza questo dato la relazione rimane il libro dei sogni.

In considerazione delle risposte positive che il sindaco ci ha dato circa la tenuta in considerazione delle nostre osservazioni e il coinvolgimento di Alfa, il nostro è stato un voto favorevole.

L’articolo Cislago, nuovo piano idraulico in consiglio comunale. Cartabia: “Un documento positivo, ma da dove verranno i fondi?” proviene da Il Saronno.

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